VENERDI' SANTO - Processione del Cristo Morto e della Addolorata

La processione del Venerdì Santo, organizzata dalla Congregazione dello Spirito Santo, è composta dalle statue di Cristo Morto deposto nell' Urna e di Maria SS. Addolorata, che vengono però portate a spalla dai confratelli della Congregazione della Via Crucis o dei 33.
La statua del Cristo Morto venne commissionata all’ artista palermitano Vincenzo Piscitello intorno alla metà dell' 800; la realizzazione dell' Urna risale al 1888, mentre non si conosce la data della statua della Addolorata.
Alle ore 7.00 del mattino del Venerdì Santo i due simulacri del Cristo Morto e della Addolorata che si conservano nella Chiesa del Rosario, dopo essere stati collocati al centro della chiesa, vengono puliti e preparati per la processione. Durante questi momenti centinaia di persone entrano in chiesa per toccare i due simulacri, al punto che per proteggere le statue si rende necessario organizzare un servizio d'ordine curato dai confratelli. Un'antica tradizione è quella che solo le signorine possono vedere l'Addolorata "spugghiata", cioè non addobbata per la processione.

I simulacri si vestono con gli abiti della processione.
Il Cristo con una stola tutta ricamata d'oro e con una corona d'argento gelosamente conservata. Dentro l'urna si mettono solo "pansè" o "viole del pensiero". Sul coperchio dell'Urna si compone il "mazzo" e si monta la grande palma alta 2 metri.
Alla Addolorata si mette la veste nuova e il lungo manto nero.
Tutto è pronto per le ore 18.00 quando dal Rosario muove la piccola processione verso il Duomo dove, prima di entrare, avviene una sorta di incontro della Madre con il Figlio morto.
Alle 21.00 prende avvio la solenne processione per le vie del paese con "l'annacata" scandita dalle marce funebri della Banda "Vincenzo Bellini" di Carini.
"L'annacata" (cioè il movimento ondulatorio a tempo di marce funebri con il quale vengono condotti sulle spalle i simulacri) a Carini è più lenta rispetto a quella di Trapani.
Verso mezzanotte nel Corso Umberto la grande Urna si muove a "mezzo passo" e quando scoccano le dodici, la banda intona "Ione" di Petrella e da quel momento la vara si dondola come in una sorta di ninna nanna.
Il Corso sarà circa trecento passi ma la vara lo percorre in circa un'ora, tanto che la banda deve intonare la "Ione" almeno 13 o 14 volte e i confratelli della Congregazione dei 33, stanchi ma pieni di fede, proseguono con devozione la loro lunga e affascinante "annacata".
Tutto il paese è in quel corso e nella piazza, prega in silenzio, piange e guarda la palma che dondolare a destra e a sinistra come un pendolo. Se la palma non si "annaca" è segno che qualcosa non va e allora i confratelli "correggono" la Vara.
Verso le ore 1.30 si rientra nella Chiesa del Rosario, con una stanchezza portata avanti da una settimana di lavoro, passione e fede.
Dopo la processione la palma si conserva e viene donata al funerale della prima donna nubile che muore, mettendola prima sopra la cassa e poi nella tomba.


Itinerario della processione
La processione si snoda per le vie della città seguendo un itinerario che e' sempre lo stesso.
Da alcuni anni si effettua una breve deviazione, dovuta all' impossibilità di transitare per la via Giuseppe Verdi per una recinzione installata per la messa in sicurezza di un antico palazzo nobiliare.
Le vie interessate dalla processione sono: piazza Duomo, via S. Giuseppe, via Guglielmo Marconi, via Mazzini, via Carso, via S. Giuseppe, via Sarmento, via Giovanni XXIII, via Sciarrino, piazza Mons. Tommaso Mannino, via Meli, via Antonino Curreri, via Giosuè Borsi, via Dante, via Piave, via R. Pilo, via Ondes, via Pietro Mazzamuto, via Milano, via Manganelli, corso Garibaldi, via Gargagliano, via Marcianò, piazza S. Francesco, Via S. Lorenzo, via Alcide de Gasperi, corso Umberto, piazza Duomo, piazza San Domenico.

- Testo a cura del dott. Francesco Stanzione, sulla base di notizie tratte dal web. 
- Foto a cura di Peppe Russo, tratte dal sito www.processionemisteritp.it.